Nel libro “La profezia di Celestino” si parla delle coincidenze che, se correttamente interpretate, ci accompagnano verso il nostro autentico destino. È un po’ quello che è successo a Barbara, quando nel 2008 si è presentata al colloquio in Dox-al proprio con quel volume nella borsetta. Nel momento in cui Stefania Veneroni, all’epoca Direttore Generale, le confidò di aver apprezzato le stesse pagine, Barbara capì di avere intrapreso la strada giusta. Dopo quindici anni, è il caso di dire che aveva ragione.
In tutto questo tempo ha avuto modo di apprezzare la sensibilità dei colleghi, di giudicare positivamente il livello di conoscenza della materia, che è in grado di valutare grazie alla laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutica. Altrettanto importante nel settore è l’esperienza accumulata, un vero punto di forza dell’azienda. Ma i valori davvero trainanti per lei sono l’innovazione continua e la tenacia imprenditoriale della proprietà, che ha permesso di superare momenti difficili e di riuscire a diffondere nel mondo i prodotti e le tecnologie Dox-al.
Proprio la dimensione internazionale dell’azienda è uno degli aspetti che la appassionano di più nel suo lavoro. Basti pensare alla complessità e alla diversità delle norme in materia farmaceutica in Italia, in Europa e nel mondo per capire che non c’è da annoiarsi. Anzi, è un’occasione continua di crescita personale e culturale, anche perché Barbara ha individuato alcune linee comuni di applicazione delle norme GMP (Good Manufacturing Practice) nel sistema normativo globale, con alcune differenze basate sulle prassi locali e sul contesto economico e geografico.
Se per lavoro studia i rimedi per curare il corpo, nel tempo libero si dedica all’impegnativo compito di “coltivare l’anima”. Trova il suo equilibrio interiore semplicemente quando trascorre del tempo in famiglia, quando cammina nei boschi o quando si dedica al giardino e ai fiori. Non manca però un hobby sorprendente: Barbara suona l’arpa celtica, e tiene concerti insieme ad altre musiciste. Se le persone che ci lavorano le assomigliano, e non abbiamo motivo per dubitarne, non stupisce che per lei Dox-al sia “unica e irripetibile, nelle sue contraddizioni e nei suoi successi.”