Alle parole preferisce le provette, e se gli chiedete un’opinione risponde con un test. Il suo habitat naturale è il laboratorio, dove è arrivato più di 20 anni fa, praticamente subito dopo la scuola e una breve esperienza lavorativa. Il compito di Giorgio Magni è controllare che tutto sia conforme, dai prodotti alle materie prime, e di partecipare a ispezioni di ministeri, enti e associazioni, italiani e stranieri. Con i quali trova subito un linguaggio comune, quello della qualità, che in Dox-al è una specie di mantra, vista la frequenza con cui viene nominata, e applicata.
Se è vero che conta molto il primo approccio a un nuovo ambiente lavorativo, Giorgio è stato fortunato perché è stato subito inserito in un piccolo progetto di ricerca della durata di sei mesi, durante i quali ha potuto spaziare in diversi ambiti del settore. E ha cominciato ad apprezzare lo spirito che aleggia all’interno di Dox-al, quello del miglioramento continuo, e la sua conseguenza diretta, la passione per l’innovazione. Accanto a questi l’altra protagonista assoluta nel campo dei valori è la sicurezza. A questo proposito Giorgio cita il BMP®, la tecnologia che pensa anche alla sicurezza degli operatori e dell’ambiente.
“In questo campo Dox-al ha anticipato i tempi – dichiara – basti pensare che le caratteristiche dei prodotti sottoposti al trattamento BMP® sono state riconosciute anche dall’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che le ha utilizzate per definire gli standard di sicurezza europei”. L’altro vantaggio che contraddistingue l’azienda secondo Giorgio è il fatto di lavorare anche nella farmaceutica, dove i criteri di produzione sono rigorosi e le regolamentazioni rigidissime. Questo significa che anche nel Nutri si applicano le stesse modalità, con evidenti benefici sulla qualità e sulla sicurezza.
“Qui ho imparato tutto – sintetizza – a scuola non ti insegnano a scrivere un protocollo di produzione. E poi è un’azienda dinamica, sempre attiva e mai ferma, non ci si annoia mai”. E cita un progetto sul baby food che l’ha impegnato su più fronti, sempre con un livello d’attenzione da laboratorio, e con l’interessante confronto con i clienti finali. Tutto entusiasmante, e quasi asettico nella sua perfezione. Se non fosse che Giorgio ci rivela l’episodio dell’esplosione di una bottiglia di deiezioni suine, lasciata da un cliente improvvidamente sotto il sole. E qui si apre in un sorriso, senza aggiungere altri dettagli. D’altronde, si sa che non gli piacciono troppo le parole.